mercoledì 15 aprile 2020

La Competizione in Platone #Step 08

Il concetto di competizione in Platone svolge un ruolo fondamentale nel mito del carro e dell’auriga.

“Sull’immortalità dell’anima abbiamo detto a sufficienza: sull’idea di anima dobbiamo dire quanto segue.
Spiegare quale sia, sarebbe compito di una esposizione divina in tutti i sensi e lunga; ma dire a che cosa assomigli, è una esposizione umana e piuttosto breve: parliamone dunque in questo modo.
Si consideri l’anima simile alla potenza congiunta di una biga alata e di un auriga.
Ebbene, mentre i cavalli e gli aurighi degli dei sono tutti buoni in sé e di buona razza, gli altri [cioè i cavalli guidati dalle anime degli umani] sono misti.
In noi l’auriga guida un carro a due cavalli, dei due cavalli in suo potere, uno è bello e buono e discende da cavalli che lo sono altrettanto, mentre l'altro discende da cavalli che sono l’opposto. Perciò fare l’auriga, nel nostro caso, è un compito necessariamente arduo e ingrato. [...]
È nella natura della potenza dell’ala condurre verso l’alto ciò che è pesante, innalzandolo là dove risiede la stirpe degli Dei.”

Platone, Fedro, 246a–254e


Questo estratto del Fedro spiega la teoria platonica della reminiscenza dell’anima.
Racconta di una biga su cui si trova un auriga, personificazione della parte razionale dell'anima. La biga è trainata da una coppia di cavalli, uno bianco e uno nero: quello bianco raffigura la parte dell'anima dotata di sentimenti di carattere spirituale, e si dirige verso il mondo delle Idee; quello nero raffigura la parte dell'anima  desiderativa si dirige verso il mondo sensibile.

La biga deve essere diretta verso l'Iperuranio un luogo metafisico a forma di anfiteatro dove risiedono le "Idee”.
Lo scopo dell'anima, infatti, è contemplare il più possibile l'Iperuranio e assorbirne la sapienza delle idee.
I due cavalli sono in competizione, mentre quello bianco desidera avvicinarsi all’Iperuranio e osservare da vicino le “idee” il cavallo nero ha intenzione di dirigersi verso la terra. L'auriga quindi deve riuscire a guidare i cavalli nella stessa direzione, verso l'alto, tenendo a bada quello nero e spronando quello bianco, in modo da evitare o ritardare il più possibile il "precipitare" nella reincarnazione.Dal risultato di questa competizione dipende la natura di colui che rinasce.
Chi è precipitato subito rinascerà come una persona ignorante o comunque lontana dalla saggezza filosofica, mentre coloro che sono riusciti a contemplare l'Iperuranio per un tempo più lungo rinasceranno come saggi e come filosofi.

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